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Il sogno di Domenico Piva, decano degli antiquari milanesi, è vedere un giovane, diciamo sui 20-22 anni, che entra in negozio, guarda sculture e dipinti, accarezza gli argenti, soppesa una ceramica, si fa raccontare la storia di oggetti appartenuti a principi e aristocratici: e compra. Magari dopo aver discusso con lui, davanti a una tazzina di caffè o a un tè servito in una teiera del Settecento, su periodi e mode di arredi e oggetti d’arte. “Ma i giovani che si interessano al nostro mondo ...
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