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Dire che Luigi Lovaglio è una persona riservata, un manager che predilige l’understatement, è quasi riduttivo. La sua è una scelta di campo: apparire solo quanto necessario per il suo ruolo di banchiere, raccontando lo stretto indispensabile dei risultati ottenuti e lasciando fuori dalla scena pubblica ogni dettaglio della sua vita privata. Una strategia consapevole, che però ha un prezzo: l’assenza di una narrazione costruita su di lui rischia di trasformarsi in terreno fertile per fake ...
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