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Quella del Corriere dell’Umbria e delle sue edizioni satellite in Toscana e nel Lazio sembrava una decadenza inarrestabile, un tempo primo tassello di una possibile catena di quotidiani regionali (chi segue queste cose sa quanto il gruppo Angelucci ha, per esempio, ronzato attorno alla Gazzetta del Mezzogiorno), poi malinconica cenerentola in una Tosinvest ormai disinteressata al giornale umbro e decisa a prendere piuttosto il controllo dell’intera stampa di centrodestra italiana, a partire ...
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