Si chiama Epik, perché vuole occuparsi di contenuti – come dichiara uno dei soci, Nicola Lampugnani – e stimolare le marche a giocare un ruolo “archetipico, eroico”, nel proprio storytelling. “I brand non devono essere vissuti come degli stalker che ti annoiano, oppure ti sottraggono del tempo prezioso. Si devono relazionare con le persone occupando sempre di più il territorio che fin qui è stato peculiare dell’intrattenimento, divertendo, intrattenendo e appassionando”. Così spiega a Prima ...