Qualche sera fa mi ero lasciato prendere in ostaggio dalla nostalgia. Dalla finestra del salotto di casa, soffocando di caldo e implorando l’arrivo di un soffio di vento, fissavo la sagoma della Torre Velasca e ripensavo a come l’avevano tirata su in meno di trecento giorni, all’inizio dei già tumultuosi anni Sessanta. Anni in cui aprivi un giornale come L’Espresso che ti spiegava con minuzia feroce la mappa del potere composto da bellicosi cumenda, capiclan democristiani, oscuri quanto ...