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Nell’eccitata confusione del Gay Pride milanese che si è dipanato per le strade del capoluogo lombardo sabato 30 giugno, tra le mani di alcuni partecipanti giravano quelle che tutti avrebbero giurato essere lattine di Coca-Cola. Stesso rosso smagliante, stesso font (lo Spencerian Script), stesso formato. A guardar meglio, però, il nome del brand era stato sostituito da un’affermazione perentoria che sintetizza una visione non proprio in asse con le correnti che governano attualmente il mondo ...
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