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Quando nell’ormai lontano giugno 2011 il gruppo americano Hearst mise piede in Italia portando a termine l’acquisizione di Hachette Rusconi, non era un mistero che a ingolosire una media company di quelle dimensioni, con un centinaio di periodici pubblicati in tutto il mondo, era il potenziale che un mercato piccolo e pubblicitariamente un po’ asfittico come il nostro poteva sviluppare in campo internazionale nella moda e nel design, i due gioielli del made in Italy. All’epoca era difficile ...
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