Chiamato a rispondere davanti alla commissione per l’Energia e il commercio del Senato americano – gente dura che quando si incazza ti fa pentire di essere nato – Mark Zuckerberg pareva un pischello delle scuole medie, pizzicato dalla professoressa nei bagni a trastullarsi con un giornaletto porno: occhi bassi, viso pallido, una sequela di balbettanti “mi scusi”, “non volevo”, “avete ragione”, “non lo faccio più”. Lui, precoce ...