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Era il 13 luglio del 2013, mancavano dieci minuti alla mezzanotte, l’aria era calda e umida, appena mossa dalla brezza che veniva dal mare, quando in via Casana scoppiò l’inferno. Il grido disperato di una ragazza: “Non sparare, non sparare!”. Alcuni colpi di arma da fuoco, gente che usciva alla disperata da una sala scommesse, Italy Poker. Stridore di gomme, moto smarmittate. In quel buco colorato da mille luci dove si scommette sul calcio e sui cavalli, ma anche su chi muore e chi resta ...
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