“È successo l’estate scorsa, verso luglio. I nervi mi frizzavano irritati dalle solite storie balorde dei giornalisti dell’Unione Sarda, Videolina e Zycie Warszawy. Ma la testa era vuota, inerte. Mi sentivo come una lucertola intontita dal sole. Poi mi è venuto addosso il primo tir del futuro: l’ho sentito arrivare rombando, con le trombe del clacson che suonavano angosciose. E mi ha investito. Poi me ne sono venuti addosso altri: due, tre, venti tir. Ora sono destrutturato, come un polpo ...