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L’ultima volta che siamo andati a trovarlo nel suo studio a Prati, Oreste Flamminii Minuto sembrava essersi come rimpicciolito. A dire il vero, grande non lo era mai stato. Almeno non fisicamente. Ma negli ultimi tempi, dietro alla sua scrivania sommersa di fascicoli, libri e carte, con quei due tubicini fissati alle narici e attraverso i quali si gustava il prezioso ossigeno, Oreste pareva ancora più minuto e indifeso. Gli occhi no. Non avevano smesso di fiammeggiare. Come non aveva subito ...
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