Visto dall’esterno quel gran cantiere che in questo momento è la Condé Nast può sembrare un luogo un po’ caotico dove non sempre è facile capire la ragione delle scelte che vengono fatte. Prima l’incetta di manager e l’accelerazione digitale che hanno caratterizzato il 2010, conclusosi con la robusta riorganizzazione aziendale di dicembre. E ora, a nemmeno quattro mesi di distanza, un’altra riorganizzazione. In mezzo, lanci di siti e di applicazioni, sostituzioni di direttori, la decisione di ...