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Il 2011 sarà l’anno della verità per la Rai. E per il suo capo azienda Mauro Masi. Quando fu nominato direttore generale, nella primavera del 2009, erano in molti a considerare Masi in prestito da Palazzo Chigi, dove era stato segretario generale e dove – dicevano – sarebbe potuto tornare presto: giusto il tempo di sistemare la questione Sky, di contenere la sempre più invadente presenza di
Michele Santoro su Raidue, di intervenire sulla “deriva” antigovernativa di Raitre nel “nome di un ...
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