Esistono in Italia giornalisti-scrittori, cronisti che sappiano usare una prosa ricca, senza preziosismi? Che partendo dalla realtà la raccontino usando aggettivazioni non banali, costruzioni linguistiche perigliose nella loro difficile semplicità? Voci, insomma, che si facciano non tanto notare quanto più propriamente ‘sentire’ da chi legge e che poi affezionino quei consumatori, per lo più sfibrati e distratti, della stampa nostrana? Se esistono – esistono e sono sempre esistiti, grazie a Dio ...