Il mondo politico e quello mediatico attendevano l’8 luglio e l’insediamento di Serge Dassault alla presidenza della Socpresse – il gruppo che edita, tra gli altri, il Figaro e L’Express e di cui Dassault dal 22 giugno controlla l’82% del capitale – per conoscere quale sorte sarebbe stata riservata al presidente uscente Yves de Chaisemartin, considerato dai giornalisti il garante della loro indipendenza di fronte al temuto interventismo del nuovo proprietario. Nessuno poteva immaginare che il ...