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Sono quasi quarant’anni che Salvatore Tropea scrive di Torino, della sua fabbrica, la Fiat, delle sue altre fabbriche, dei suoi lavoratori e del suo sindacato. Che sia diventato competente è normale, così come
è normale che sia autorevole, posto che da trent’anni i suoi articoli stanno sulle pagine di Repubblica. Ma che sia lui a condurre la danza quando un Agnelli muore e alla Fiat cambia tutto, o quasi, è meno ovvio; eppure lo si è visto molto bene alla fine di maggio quando in poco più ...
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