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Manco fosse stata la scrivania di Eugenio Torelli Viollier o di Luigi Albertini. Invece era quella di Alberto Ronchey, presidente di Rcs all’inizio degli anni Novanta e che, fumatore accanito, ne aveva tanto bruciacchiato tutto un bordo a furia di appoggiarci le cicche che nessun altro manager della casa editrice l’aveva voluta in eredità. E la scrivania era finita in deposito in attesa di uno dei tanti repulisti aziendali. Il che è avvenuto alla fine del 1998, con il rinnovo ...
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