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Si racconta scherzando che fino a qualche decennio fa l’ultimo esame per gli apprendisti cartografi dell’Istituto Geografico De Agostini, dopo anni di lavoro in punta di pennino e di bulino, consisteva nel sollevare una alla volta le sedici pietre litografiche che servivano per stampare a colori le carte geografiche. Con gli anni le cose migliorarono: le lastre di colore si ridussero a quattro, il supporto diventò una pellicola e alla fine arrivò l’informatica. A metà degli anni Novanta un ...
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