Più che le nuove formule di Libération e di Les Echos, approdate di recente in edicola, questo autunno sono i giornali gratuiti a farla da protagonisti nel mercato dei quotidiani parigini. Rese fragili da tre anni di recessione pubblicitaria e penalizzate da dati di lettura e diffusione in ribasso, le testate tradizionali – dal Parisien al Figaro a Libération, per non parlare del moribondo France Soir – cominciano a rendersi conto di non aver saputo reagire all’emergere della free press.
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